Un team di ricercatori del MIT ha sviluppato un modello di intelligenza artificiale in grado di diagnosticare il morbo di Parkinson analizzando i modelli respiratori delle persone. Questa scoperta potrebbe avere importanti implicazioni per lo sviluppo di nuovi farmaci e la cura clinica della malattia.

Il morbo di Parkinson è notoriamente difficile da diagnosticare poiché si basa principalmente sull'apparizione di sintomi motori come tremori, rigidità e lentezza, ma questi sintomi spesso compaiono diversi anni dopo l'inizio della malattia. Ora, Dina Katabi, professore del Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Informatica (EECS) del MIT e ricercatore principale presso la MIT Jameel Clinic, e il suo team hanno sviluppato un modello di intelligenza artificiale in grado di rilevare il morbo di Parkinson semplicemente leggendo i modelli respiratori di una persona. Lo strumento in questione è una rete neurale, una serie di algoritmi connessi che imitano il modo in cui funziona il cervello umano, in grado di valutare se una persona ha il morbo di Parkinson dai loro modelli respiratori notturni, ovvero i modelli respiratori che si verificano durante il sonno. La rete neurale, addestrata dal dottorando del MIT Yuzhe Yang e dal postdottorato Yuan Yuan, è in grado anche di discernere la gravità della malattia di Parkinson di qualcuno e monitorare l'andamento della malattia nel tempo. Negli anni, i ricercatori hanno indagato il potenziale di rilevamento del morbo di Parkinson utilizzando fluido cerebrospinale e neuroimaging, ma tali metodi sono invasivi, costosi e richiedono l'accesso a centri medici specializzati, rendendoli inadatti per test frequenti che altrimenti potrebbero fornire una diagnosi precoce o un monitoraggio continuo della progressione della malattia. I ricercatori del MIT hanno dimostrato che la valutazione dell'intelligenza artificiale del morbo di Parkinson può essere effettuata ogni notte a casa mentre la persona dorme e senza toccare il corpo. Per farlo, il team ha sviluppato un dispositivo con l'aspetto di un router Wi-Fi domestico, ma invece di fornire accesso a Internet, il dispositivo emette segnali radio, analizza i loro riflessi sull'ambiente circostante e estrae i modelli respiratori del soggetto senza alcun contatto fisico. Il segnale respiratorio viene quindi inviato alla rete neurale per valutare il Parkinson in modo passivo e non è richiesto alcuno sforzo da parte del paziente e del caregiver. Katabi sottolinea che lo studio ha importanti implicazioni per lo sviluppo di farmaci per il morbo di Parkinson e la cura clinica. 'In termini di sviluppo farmaceutico, i risultati possono consentire alle cliniche di testare nuovi farmaci sulla base di misurazioni continue e passive, aumentando la probabilità di successo nel trovare terapie efficaci.'